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martedì 30 novembre 2010

"Grazie Mario"

Si è suicidato questa notte, gettandosi dalla finestra della sua stanza d'ospedale, il grande regista e sceneggiatore novantacinquenne Mario Monicelli.
recitano, pur utilizzando eufemismi diversi, i giornali di oggi. Si rende omaggio al personaggio celebre, all'eroe della cinepresa, al regista di indimenticabili film. E l'uomo? mi chiedo io. Oggi si sbatte in prima pagina la notizia con tutto lo stupore che essa ha portato con sé. Si parla senza il minimo ritegno di come è stato trovato il cadavere, di dove era, dell'ora presunta della morte, non c'è il minimo rispetto, e questo in generale.. Oramai si svelano particolari macabri di ogni vicenda di attualità, dagli omicidi ai suicidi. E' venuto meno il pudore, il garbo di tacere certi dettagli che non dovrebbero interessare a nessuno. Non dovrebbero, invece interessano eccome, regalano dati di ascolto mai visti, rendono celebri persone normali e tolgono anche la poca privacy rimasta ai volti noti. Che strano, io volevo solo scrivere due parole su Monicelli.. Adesso vado al sodo.
Non posso vantarmi di aver visto tutti i film girati o sceneggiati da Monicelli, anzi, sicuramente non arrivo a un decimo, ma opere come Amici Miei (1° e 2° atto), Speriamo che sia Femmina, Cari fottutissimi amici, il Marchese del Grillo, Un borghese piccolo piccolo sono entrate ormai a far parte del nostro DNA di italiani, hanno fatto storia.
Ho pensato un po' a cosa scrivere e mi sono convinta che avrebbe davvero poco senso iniziare un elenco dei suoi film, dei pregi della sua regia o un discorso astratto riguardo all'inestimabile eredità che Monicelli ci ha lasciato.
Lo ringrazio a modo mio.
Nella mia testa risuona una melodia nota "ma vaffanzum zum zum zum zum.. ma vaaaa", posso recitare a memoria interi dialoghi del film, è ormai comune citare il Mascetti prendendo in giro qualcuno con un'innocua supercazzola... come se fosse antani! Non mi sono mai spinta a prendere a schiaffi i viaggiatori dei treni in partenza, ma probabilmente solo perché oggi i regionai hanno l'aria condizionata e i finestrini bloccati! Il Perozzi che fa morire la fornaia, il Melandri che porta a spasso birillo e che perde la testa ogni volta che si innamora, il Necchi e il tradimento della Carmen con Verdirame Augusto di Brescia, lo stimato professor Sassaroli e le nipotine da parte di fava, e l'indimenticabile Conte Lello Mascetti, il più amaro personaggio del film. Tutti loro, magici attori come oggi se ne vedono pochi, insieme all'indimenticabile colonna sonora e allo scenario di fondo (una Firenze tratteggiata con grande maestria) fanno di questo film un capolavoro della commedia all'italiana.
Cosa dire di Sordi nel Marchese del Grillo? ho visto questo film da bambina e poi da più grande ridendo per le parti comiche e apprezzando poi l'ambientazione storica e la regia. La campagna toscana di Speriamo che sia Femmina mi è così familiare da sembrare solo uno spezzone di una storia conosciuta, con il mio dialetto e le nostre buffonate.
Il mio personalissimo e soggettivo ringraziamento a Monicelli è per aver lasciato una traccia indelebile di una Toscana che, purtroppo, è scomparsa o è destinata a scomparire: il ricordo di Firenze nel '66, la città vista dal Piazzale Michelangelo, la casa colonica in campagna e i detti toscani, personaggi così simili ai nostri nonni e ai nostri babbi, la vita che scorre con un ritmo quasi musicale tra piaceri e dispiaceri da affrontare con la simpatia e l'ottimismo che ci caratterizza... Grazie davvero Mario!

1 commento:

  1. Ciao, prima di tutto ti faccio il mio personale "in bocca al lupo" per il tuo blog e poi se mi permetti, ti consiglierei (visto che non lo hai citato, la visione di uno degli ultimi film di Monicelli, probabilmente tra i più sottovalutati. Parenti Serpenti. fabrizio de "i cinemaniaci"

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