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sabato 27 novembre 2010

Io sono l'amore_innamorata di Tilda Swinton

Seguo il consiglio di una cara amica e riprendo a scrivere sul mio blog... L'occasione è data dalla recente visione di un film memorabile: Io sono l'amore di Luca Guadagnino.
Ho deciso di guardarlo così, per caso, in una sera autunnale, e sono rimasta a bocca aperta. Racconto in due parole la trama, a rischio di renderla estremamente banale: è la storia di Emma (Tilda Swinton), di origini russe, entrata a far parte della ricca famiglia milanese dei Recchi sposando Tancredi. Il film inizia con una cena, in un'atmosfera rarefatta, farcita da convenevoli e formalità. Già dalle prime scene si avverte un clima particolare, teso e allo stesso tempo indecifrabile. Emma ha tre figli ed è particolarmente legata a Edoardo che si rivolge costantemente a lei in russo, come a condividere un linguaggio segreto, e alla figlia Betta (Emma Rohrwacher). La storia entra nel vivo quando appare alla porta un ragazzo, un cuoco divenuto amico di Edoardo dopo una sfida a tennis: è Antonio (Edoardo Gabbriellini) a turbare la gelida Emma. Edoardo e Antonio decidono di aprire un ristorante insieme in Liguria, al contempo si scopre l'omosessualità di Betta e questo segreto la legherà ancora più profondamente alla madre. Come si può intuire nasce una storia d'amore tra Emma e Antonio e la donna rifiorisce grazie all'amore del giovane cuoco. Il film gira attorno a questa storia d'amore, tratteggiata con un'intensità pazzesca dal regista, caratterizzata dalla segretezza e dalla clandestinità. E' vedendosi servito a tavola un piatto tipico della Russia cucinato dal giovane cuoco che Edoardo comprende definitivamente ciò che sta succedendo tra l'amico e la madre. Durante un litigio con quest'ultima Edoardo cade e muore; la tragedia sconvolge profondamente Emma che trova però la forza, sciolta dal legame con il figlio prediletto, di confidare al marito il suo amore per Antonio, il giorno stesso del funerale. Da quel momento è bandita da casa Recchi e le ultime scene del film, grazie anche ad una colonna sonora all'altezza del cast e della regia, rappresentano perfettamente le ultime parole dette da Tancredi a Emma "tu non esisti". Emma esiste eccome invece, lasciando la sua casa corre, quasi stesse scappando da tutto ciò che era stata fino ad allora, saluta solo con un lunghissimo sguardo la figlia Betta, l'unica che sembra avvertire fino in fondo quello che sta succedendo nella sua famiglia. L'unica via per uscire da quel dolore, da una vita fatta di formalità e di un benessere solo economico, è l'amore per Antonio, quel sentimento per il quale ha sacrificato tutto il resto.

Narrazione della storia a parte, è Tilda Swinton il centro focale del film... non fraintendiamoci: Gabbriellini, il regista Guadagnino, il direttore della fotografia e la colonna sonora sono splendidi, rendono questo film, dalla trama forse non troppo originale, un vero capolavoro.
Ma Tilda... Tilda che recita l'intero film in italiano e che si cala in una parte così particolare, è divina. L'avevo notata in altri film, come le Cronache di Narnia o Constantine, ma niente e paragonabile all'intensità della sua interpretazione in questo piccolo grande film.
Un'attrice che si misura con ruoli così diversi tra loro e cambia "pelle" con una tale facilità, senza mai risultare falsa o accademica, rende il cinema di questi tempi di nuovo un'arte.

1 commento:

  1. Ciao,
    sono arrivato qui dalla tua segnalazione sul nostro blog e quello che vi ho trovato sono le belle parole che hai speso a favore di un film che in italia è passato pressochè inosservato e che invece meriterebbe di essere rivalutato per la sua inusuale bellezza...a proposito di Tilda Swiston ti segnalo due film: Orlando, il film che l'ha resa famosa e "perversioni femminili", due film indicativi di una personalità in continuo mutamento....
    a presto

    nickoftime

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